La sua genesi è ancora piuttosto controversa, gli studiosi hanno formulato molte ipotesi differenti e molte leggende si sono sviluppate intorno alla nascita della pasta. Alcuni archeologi hanno evidenziato in alcune pitture murali etrusche gli attrezzi per la preparazione di pasta fresca tipo lasagne. Sempre in tempi antichi si hanno notizie di paste fresche tipo tagliatelle in Cina, ma probabilmente è solo una leggenda quella che Marco Polo abbia importato dalla Cina la tradizione della pasta. Al momento del suo rientro in patria (1295), infatti, la pasta era un prodotto già noto, citato in un documento risalente alla metà del XIII secolo.
Una delle ipotesi maggiormente avvalorate è quella che afferma che la pasta secca sia stata creata in Medio Oriente e che sia stata introdotta in Sicilia e nel resto d’Italia a seguito dell’invasione araba. La pasta secca, infatti, è documentata per la prima volta in testi musulmani intorno al X secolo, sotto il nome di ittrija. L’uso di preparare la pasta fresca, invece, sarebbe da ricondurre ai Greci, che la chiamavano laganon.
Sta di fatto che alcuni secoli dopo l’invasione araba in Sicilia, iniziamo a trovare produttori di pasta in varie zone d’Italia, innanzitutto nel napoletano, ma anche in Puglia, a Genova e Firenze. Già nel ‘500 Gragnano era conosciuta come la patria della pasta di grano duro e a metà ‘700 l’amministrazione della città ne ridefinì l’assetto urbanistico in modo da favorire l’essicazione dei “maccheroni”. Un’azione che testimonia l’importanza della produzione della pasta in questa zona già a quel tempo.
In ogni caso le origini della pasta come specialità italiana per eccellenza sono sicuramente legate alla tradizione della coltivazione del grano del mondo romano, nel sud della penisola e nelle colonie, e alla consuetudine di miscelare cereali e acqua che è alla base della gastronomia mediterranea da svariati millenni.
Fonte: Pastificio dei Campi
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